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più che due carte da guardare. Fui incerto se leggerle o
no, mi pareva di essere esausto, di non poter più acco-
starmi a quelle reliquie con attenzione degna. Vinse un
sentimento di ossequio. La prima delle due carte era di
affari, molto importante, tale da poter influire profonda-
mente sulla mia vita. Ora non è il momento di parlarne.
Letteratura italiana Einaudi 225
Antonio Fogazzaro - Piccolo mondo moderno
L altra era un foglietto aperto, con questa intestazione
di pugno della povera mamma:
«Parole scritte da lui per mia preghiera, un giorno feli-
ce.
«Jeanne, sono brevi, ma io non le posso trascrivere.
Forse lo potrò un giorno; nello stato presente dell animo
mio, tenebroso e tempestoso, non ne son degno. Non
voglio dare la mia mano alla parola religiosa di mio pa-
dre e sentire che non posso darle impero nella mia men-
te. Il «giorno felice era il 15 ottobre 1859. Le anime di
mio padre e di mia madre si erano ricongiunte nella stes-
sa fede, in un atto sincero di culto, nel giorno di S. Tere-
sa, onomastico della povera nonna Rigey. Mio padre si
sentiva meglio, speranze fallaci rinascevano in lui e in-
torno a lui; le sue parole sono soavissime e vi ho parte
anch io che stavo per nascere.
«Quando il foglio mi cadde di mano e io mi volsi per
un istintivo moto alla finestra aperta, a guardar le cose
stesse che avevano guardato mio padre e mia madre, ec-
co ancora il fievole suono delle campane grandi che pa-
revano incommensurabilmente lontane. Oh Jeanne, io
vi ho sentita la voce di mio padre, tanto triste, tanto se-
vera! Comprendi?
«Partirò sabato col primo battello, per Lecco e Rova-
to. Vorrei pure informarmi di tante cose, prima, di tante
persone del tempo passato. Addio! Come penso io a te e
all avvenire? Lo so io ancora? E sarebbe stato degno, sa-
rebbe stato possibile che io tacessi con te tutte queste
cose e la mia dolorosa tempesta interna?»
Le Fate, che in quel momento, felici della loro serata
trionfale, ne parlavano, facendosi spogliare, alle came-
riere dormigliose e loro lodavano, per pungerne l amor
proprio, l acconciatura di Jeanne, non sospettavan certo
che lei, la maggior trionfatrice, chiusa la persona in una
veste da camera, sciolti i capelli magnifici, piegata la
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Antonio Fogazzaro - Piccolo mondo moderno
fronte sopra una lettera, piangesse, come la notte, un si-
lenzioso pianto.
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Antonio Fogazzaro - Piccolo mondo moderno
CAPITOLO SESTO
VENA DI FONTE ALTA
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Antonio Fogazzaro - Piccolo mondo moderno
I
Il treno diretto diurno di Milano giunse a Rovato, sa-
bato, con venti minuti di ritardo, perchè a Treviglio
s era dovuto aggiungere una carrozza. Jeanne aveva tele-
grafato a Maironi da Milano, venerdì mattina, che sareb-
be partita sabato con quel treno e che sperava incontrar-
lo a Rovato dove il treno ch egli avrebbe preso a Lecco
arriva in coincidenza col diretto per Venezia. Nessuna
risposta era giunta. Per verità il telegramma non richie-
deva risposta; tuttavia le angoscie di Jeanne si erano
strette ora in una sola, nel dubbio di non trovare Mairo-
ni a Rovato. Ella era venuta alla Stazione centrale assai
per tempo e aveva preso posto in un coupé vuoto; ma
prima della partenza vi eran salite altre cinque persone,
un cruccio! E il treno era zeppo; impossibile allogarsi
meglio. I suoi compagni di viaggio erano, per giunta, ita-
liani, loquaci e curiosi. Due signore noiose, molto ele-
ganti, studiavano la sua toilette, e un signore noiosissi-
mo, elegantissimo, studiava lei. Ell aveva preso un
angolo di sinistra, e appena il treno fischiò appressando-
si alla stazione di Rovato, si alzò in piedi, si affacciò, pal-
lida, alla portiera. Ah, c era, e la cercava con gli occhi.
La vide, ed ella gli accennò con un sorriso di venire; gli
disse che c era posto. Nel sorriso, nel saluto ell apparve
padrona di sè più assai che non lo fosse lui. Ma poi, die-
tro al dorso del facchino che gli collocava la valigetta
nella rete si trasfigurò in una larva di angoscia; gli sus-
surrò presso al volto: «Pietà di me!».
L angolo in faccia era occupato. Piero le sedette ac- [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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